Rivoluzione in un brand. L’innovazione Audi Quattro

INNOVARE con le idee chiare su cosa si vuole raggiungere può dar vita a molte  strategie e pratiche di sviluppo, a volte palesemente integrate a volte meno. Sicuramente si tratta di un innovare che fa leva, valorizza e evolve  know-how già presente; ‘niente si crea, niente si distrugge: tutto si trasforma’ é sufficiente aver ben presente cosa si vuol generare e perché.

Audi Quattro Rally. Lo start-up di un branding di assoluto successo: il marchio Audi
Audi Quattro Rally. Lo start-up di un branding di assoluto successo: il marchio Audi

Negli anni ottanta lo sviluppo del progetto Audi Quattro rally esemplifica bene tutte queste caratteristiche.

Gilles Villeneuve: ‘innovare nell’essere pilota’ …

Gilles Villeneuve, un segno indelebile dell’ ‘innovare dell’essere’, ‘innovare dell’essere pilota’: un essere spietato in pista, ma sempre leale verso l’avversario… c’è molto su cui riflettere e imparare in pista e ‘fuori pista’ soprattutto nei contesti economici e sociali d’oggi (oltre che quelli sportivi).

Gilles gestisce la disastrosa Ferrari 126 C in controsterzo (GP Argentina 1981)
Gilles gestisce in uno dei suoi funambolismi la disastrosa Ferrari 126  C (GP Argentina 1981)

 

Ne approfondiamo e riflettiamo in una sezione del libro…

Innovare divertendosi! Difficile? Non impossibile !

Il team di Formula 1 Hesketh Racing seppe creare un’atmosfera in cui talenti come quello di James Hunt ( sentiremo parlare parecchio di questo inimitabile pilota e personaggio grazie al film “Rush” che uscirà a Settembrehttp://www.youtube.com/watch?v=YtWu2W6UDEc ) facendo leva su un’innovazione gestionale molto semplice ma altrettanto difficile quando si mira al successo competitivo: divertirsi!…

Lord Hesketh & James Hunt
Lord Hesketh & James Hunt

Nel libro approfondiamo questa fantastica storia ricca di passione per il Motorsport allo stato puro!…

L’innovativa e misteriosa auto da corsa d’epoca sulla cover del libro…

La misteriosa auto storica da corsa sulla cover del libro

… ne parla il nostro esperto di auto storiche Stefano Bortoletto:

…l’immagine dell’auto d’epoca che avete scelto è di un modello molto particolare e altamente innovativo. La storia è poco conosciuta, così come l’auto, rimasta solo alla stadio di prototipo e costruita quindi in esemplare unico. Si tratta di una Itala tipo 11, vettura da corsa del 1925, progettata e costruita dall’ing. Giulio Cesare Cappa. Motore 12 cilindri a V, 1050cc (compressore Roots 60CV 7000giri) e trazione anteriore ! Infatti, se ben osserviamo, si scorge il semiasse fra i due bracci della sospensione. Per sua fortuna l’esemplare e sopravvissuto e si trova al Museo dell’Automobile di Torino.”

Itala 11 (1925)
Itala 11 (1925)

Quindi, di per se, un esemplare unico nel suo genere se non altro per la concentrazione di innovazioni di quel periodo su un unico progetto!

Il piu’ grande pilota che non avete mai visto

crashedandbyrned
Recensione del 25/1/2009

Ho notato di recente questo libro pubblicato in Inghilterra pochi mesi fa allo Shopping F1 durante uno dei miei frequenti ‘pellegrinaggi’ a Maranello. L’intensita’ della foto di copertina e il titolo (un gioco di parole attorno al cognome di Tommy Byrne che in italiano suonerebbe piu’ o meno cosi’ “Incidentato e Byrnezzato. Il piu’ grande pilota che non avete mai visto”) mi hanno fatto pensare che questo sarebbe stata una lettura veramente interessante ricca di curve, accelerazioni e frenate ma soprattutto di una forte schietta carica umana. Non mi sono sbagliato.

Spero che questo libro venga presto tradotto in Italiano perche’ offre uno spaccato vero delle corse: da un lato le corse permettono al talento puro di esprimersi; dall’altro l’establishment delle corse finisce per togliere la possibilita’ a questo talento di affermarsi se, come Tommy, si parte da umili origini, con un’infanzia difficile che non ti permette di affinare la tua parlata e soprattutto non ti insegna a tener la bocca chiusa, mai! Tommy Byrne e’, nel bene e nel male, una persona genuina, che ha acquisito consapevolezza di se con la sofferenza e con gli errori.

La sua carriera di pilota e’ iniziata e si e’ sviluppata senza soldi ne raccomandazioni, solo facendo leva su un incredibile talento naturale che lo ha portato spesso ad assumere atteggiamenti percepiti come spacconi. Tommy per correre ha sempre dovuto vincere e lo ha fatto; solo vincendo vari campionati inglesi di Formula Ford (negli anni a cavallo fra i ’70 e gli ’80 era la formula propedeutica verso il top nelle corse) e Formula 3 ha continuato a correre fino ad arrivare in Formula 1. In quel periodo e’ stato realmente l’unico pilota che Senna abbia temuto (e sapientemente evitato) in pista. Ha fatto un test con la McLaren F1 a Silverstone risultanto di gran lunga il piu’ veloce (qua il video storico di quel giorno da adrenalina pura per noi appassionati, guardate i passaggi di Tommy nelle velocissime curve di Silverstone quando quelle curve erano ancora da piloti veri… http://www.youtube.com/watch?v=l7vpbDus9UI ) di altri suoi colleghi debuttanti su una F1 (gente che ha in seguito sviluppato lunghe carriere in F1, come Boutsen o Johanson) e arrivando subito ai tempi dei piloti titolari della scuderia (Watson e Lauda) venendo poi a sapere anni dopo che… lo avevano fatto provare senza che potesse spremere veramente il massimo dal motore.

John Watson ha commentato che questo test dimostro’ il talento impareggibile di Byrne che, se unito all’intelligenza tattica di un Lauda, avrebbe sicuramente dato filo da torcere alla carriera folgorante di un certo Ayrton Senna. L’intelligenza tattica…: questo e’ cio’ che e’ mancato a Tommy per esprimere il meglio di se. Tommy ora ha un suo programma di guida veloce negli USA ed e’ ancora, nella pura tradizione irlandese, una persona estremamente schietta e genuina in cio’ che fa e cio’ che pensa. Potrebbe essere veramente ‘il piu’ grande pilota che non abbiamo mai visto’ (Tommy ha corso con in Formula 1 con la sconcertante Theodore; quel fantastico test con la McLaren non ha avuto un seguito fondamentalmente perche’, aldila’ del talento fenomenale, lui non dava sufficienti garanzie di affidabilita’ di ‘etichetta’ e di buone maniere a Ron Dennis – titolare del team).

Sono in contatto diretto con lui e nelle prossime settimane lo voglio intervistare e anche incontrare negli USA. Voglio fare con lui alcuni giri in pista (che spettacolo! su Youtube ci sono alcuni filmati…) e approfondire come ‘case study’ le dinamiche psicologiche e culturali di un vero talento che non si e’ potuto esprimere come avrebbe meritato. Tommy e’ rimasto una persona vera, schietta, che trasmette emozioni ben distanti dall’ambiente rigido e plastico della Formula 1 attuale. Il suo talento spera di averlo trasmesso al figlio che ha nove anni e che promette molto bene con il kart… sono curioso di capire se Tommy assieme al talento di guida stia affinando anche le buone maniere e un po’ piu’ di diplomazia in suo figlio… (in cuor mio spero di no!).

Una bella intervista a Tommy a commento del libro e’ presente su Youtube a questo link: http://it.youtube.com/watch?v=ONgaKzlKAmg

UPDATE (dicembre 2010) : effettivamente nell’estate 2009 ho incontrato Tommy a Mid Ohio e anche in pista!… ci siamo divertiti, qua un video di un giro con lui alla guida http://www.youtube.com/watch?v=OI8Hoe9p_Lk . Le mie aspettatative su Tommy sia dietro un volante che davanti ad una birra per fare una bella chiacchirata non sono state tradite! Tommy è un verso personaggio: genuino, schietto, pieno di energia. Prossimamente si parlerà di lui e della sua storia nella rubrica “Cuori da Corsa” su AUTOSPRINT, curata da Mario Donnini.

Proiettati nel futuro: far leva sulle radici vere…

… l’altra faccia della cover del libro… quella ultramoderna e proiettata nel futuro… con il nuovo progetto LMP1 la Porsche tornerà a Le Mans come team ufficiale nel 2014. Il prototipo é un concentrato di tecnologia innovativa… il pilota di punta sarà Mark Webber. Webber é ben felice di sbattere la porta in faccia al mondo ingessato e politicizzato della F1. Questo tipo di gare che, tutt’oggi, sono molto più vicine alle radici ‘Motorsport vero’ e che rappresentano le radici della storia competitiva Porsche… nel libro si parla anche di questi concetti. Si innova proiettandosi nel futuro facendo leva sulla consapevolezza delle radici di un progetto…

La Porsche di nuovo a Le Mans nel 2014 con questa LMP1
La Porsche di nuovo a Le Mans nel 2014 con questa LMP1

Le Mans 1966. Innovare dal caos…

Le Mans, 1966, una storica vittoria frutto di anni di lavoro per la Ford. La leggendaria GT40 ha la meglio sulla Ferrari P3 con un trionfo in parata. Una grande sfida di innovazione tecnica e organizzativa che emerge dal caos e si alimentata da una rivincita personale; a volte però certe spinte estreme portano a conseguenze estreme…

Le Mans 1966 trionfo in parata per la Ford GT40
Le Mans 1966 trionfo in parata per la Ford GT40

L’innovativa e misteriosa auto da corsa d’epoca sulla cover del libro…

La misteriosa auto storica da corsa sulla cover del libro

(http://www.riccardopaterni.it/innovazione-a-tutto-gas/ )

… ne parla il nostro esperto di auto storiche Stefano Bortoletto:

“…l’immagine dell’auto d’epoca che avete scelto è di un modello molto particolare e altamente innovativo. La storia è poco conosciuta, così come l’auto, rimasta solo alla stadio di prototipo e costruita quindi in esemplare unico. Si tratta di una Itala tipo 11, vettura da corsa del 1925, progettata e costruita dall’ing. Giulio Cesare Cappa. Motore 12 cilindri a V, 1050cc (compressore Roots 60CV 7000giri) e trazione anteriore ! Infatti, se ben osserviamo, si scorge il semiasse fra i due bracci della sospensione. Per sua fortuna l’esemplare e sopravvissuto e si trova al Museo dell’Automobile di Torino.”

Itala 11 (1925)
Itala 11 (1925)

Quindi, di per se, un esemplare unico nel suo genere se non altro per la concentrazione di innovazioni di quel periodo su un unico progetto!

INNOVARE ‘riconvertendo l’ingegno’

Mi piace leggere o vedere interviste all’imprenditore Brunello Cucinelli perché trasmette sempre un senso di positiva concretezza.

Brunello Cucinelli
Brunello Cucinelli

La concretezza viene spontanea dalle sue umili origini di agricoltore e artigiano; la positività viene dall’abbracciare tutto il globo come opportunità di crescita e miglioramento non solo economico ma soprattutto sociale. Ogni volta che lui é coinvolto in ragionamenti riguardanti la crisi lui mostra sempre una prospettiva diversa e illuminante (per chi vuole uscire da un vittimismo cronico) sulla situazione.

Oggi (14 luglio) La Stampa ha pubblicato una sua intervista in cui alcuni di questi concetti emergono con forza: “… un’azienda supera la crisi se ha la capacità di reinventarsi con prodotti che abbiano un contenuto di artigianalità e qualità sempre più alto. Cha abbiano creatività, che sappiano trasmettere il life-style italiano. Così si difende il lavoro, per aziende con queste caratteristiche vedo un futuro radioso.” Un suo punto di vista é ancora più marcato “… se capiamo che la burocrazia siamo noi, che dobbiamo smetterla di addebitare sempre colpe agli altri e collaborare con le istituzioni. Dobbiamo fare un salto culturale, ce lo impone una crisi che non é solo economica, ma di civiltà.”

A sua parere é dunque un senso di contesto culturale e di mentalità, sociale ancor prima che imprenditoriale, che limita a dare il meglio delle nostre potenzialità. Potenzialità che sono legate a tradizioni di eccellenza e qualità che fanno parte del nostro DNA imprenditoriale. Ad esempio, “ l’ingegno “ ha sempre fatto parte di questo DNA in senso imprenditoriale: la capacità di fare di più con le limitate risorse a disposizione. Cucinelli ha uno slogan in merito “Serve una riconversione dell’ingegno” ‘.

Aggiungo io: una riconversione volta a valorizzare quanto di bello, costruttivo, positivo, e con sostanzioso contenuti di know-how (sviluppati nel tempo) abbiamo; rapportando il tutto con efficacia alla realtà attuale e futura. Una realtà che possiamo criticare, possiamo considerarla la maggiore fonte delle nostre frustrazioni, ma questo certamente non serve a migliorare la situazione che percepiamo.

‘Riconvertire l’ingegno’ vuol dire innovare con successo partendo dalla consapevolezza di quanto già abbiamo e sapendolo utilizzare, riorganizzare, percepire e offrire da nuovi punti di vista; punti di vista che ne valorizzino e ne sviluppino i contenuti nei confronti del mercato.

Il libro “Innovazione a tutto gas! Da cento anni di Motorsport il carburante all’innovazione in azienda”, con le sue distinzioni e integrazioni fra ‘innovazione sul campo‘ e ‘innovazione a tavolino’, offre spunti pratici per ‘riconvertire l’ingegno‘ rispetto alle opportunità del presente e del futuro.

Il piu’ grande pilota che non avete mai visto

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Recensione del 25/1/2009

Ho notato di recente questo libro (pubblicato in Inghilterra pochi mesi fa) allo Shopping F1 durante uno dei miei frequenti ‘pellegrinaggi’ a Maranello. L’intensita’ della foto di copertina e il titolo (un gioco di parole attorno al cognome di Tommy Byrne che in italiano suonerebbe piu’ o meno cosi’ “Incidentato e Byrnezzato. Il piu’ grande pilota che non avete mai visto”) mi hanno fatto pensare che questo sarebbe stata una lettura veramente interessante ricca di curve, accelerazioni e frenate ma soprattutto di una forte schietta carica umana. Non mi sono sbagliato. Leggi tutto “Il piu’ grande pilota che non avete mai visto”