Sviluppo del potenziale umano: la forza della diversità culturale per conoscersi veramente ed esprimere il meglio di noi stessi

Lucca è una piccola città ricca di storia racchiusa come una ‘bomboniera’ fra le mura medievali che la caratterizzano. Una ‘bomboniera’ meta ormai ambita da turisti di tutto il mondo che la visitano incantati per pochi giorni, a volte poche ore. La città dove sono nato, le cui imponenti mura finiscono spesso per influenzare anche il modo di pensare di noi lucchesi: tipicamente amiamo abitudini e certezze legate ad un pragmatico ed efficace gioco difensivo di fronte alle complessità della vita; del resto la storia stessa della città è testimonianza di tutto questo.

Lucca e le sue famose Mura Medioevali... Esempio di molti confini di provincia...
Lucca e le sue famose Mura Medioevali… Esempio di molti confini di provincia…

Gia dai primi anni novanta le complessità di un mondo globalizzato, con le quali iniziavo a confrontarmi dalle mie mura, mi hanno fatto percepire la stagnante atmosfera di provincia legata a quelle abitudini e certezze e questo mi ha dato lo stimolo a cercare e coltivare un costante confronto fra diversità culturali, di idee e prospettive rispetto ad un mondo sempre più interconnesso e sempre più in rapido cambiamento. Le mura medioevali ormai facevano veramente parte della storia; ben presto mi sono reso conto che nella vita il semplice gioco difensivo é molto rischioso perché finisce per dare agli altri il controllo dell’azione; molto meglio osare attaccare.

E attacco sia. La psicologia, la sociologia, la storia e il cambiamento sociale sono stati i temi che ho scelto di approfondire con una laurea interdisciplinare negli Stati Uniti presso l’Università del Wisconsin Green Bay dal titolo “Dynamics in Organizational Environments” (dinamiche in ambienti organizzativi). L’obiettivo era quello di vincere quella predisposizione alle abitudini e certezze arricchendomi culturalmente attraverso le ricerche e gli strumenti di queste materie; questo al fine di comprendere e stimolare le necessarie evoluzioni da attuarsi nel mondo del lavoro e organizzativo.

In una frase: maggiore consapevolezza e coinvolgimento da parte di tutti in azienda alla creazione del valore; a definire e sviluppare, ciascuno nel suo ruolo ed in modo integrato ed interdipendente, il vantaggio competitivo aziendale. C’è molta retorica sull’importanza del contributo delle persone in azienda, sul valorizzare le persone. Nella mia esperienza noto che solo con l’apertura e il vero confronto interculturale si può vincere questa retorica notando la vera essenza di potenzialità che caratterizza ciascuno di noi. La Colombia stessa quando valorizza anziché dimenticare la sua diversità, è una conferma dei frutti di questo approccio.

Con il passare degli anni ho fatto di una passione studentesca una vera e propria professione che mi porta a confrontarmi con persone, professionisti, enti e imprese in varie parti del mondo. India, Europa, Sud America (Colombia in particolare) e Nord America sono i riferimenti culturali e geografici sui quali sto concentrando le mie ricerche ed il mio lavoro e rispetto ai quali sto anche contribuendo a formare reti di scambio e cooperazione a livello imprenditoriale e accademico. Sono docente e membro del Consiglio dell’MBA Internazionale dell’Università di Pisa che si caratterizza per la diversità di provenienza degli studenti (17 le nazioni rappresentate nell’edizione 2010, saranno più di 20 nella 2011).

Da qualche tempo ho il piacere di collaborare anche con Cecorex (www.cecorex.org) e proprio come frutto di questa collaborazione stiamo già stimolando concretamente un rapporto di scambio accademico sotto vari punti di vista fra l’Universidad Simon Bolivar di Barranquilla e l’MBA Internazionale dell’Università di Pisa. L’obiettivo è quello di permettere a studenti e professori di interconnettere in modo sempre più marcato l’identità colombiana con quella italiana.

“The World is Flat” (il mondo è piatto) è il titolo di un celebre libro del giornalista statunitense Friedman. Non sono d’accordo: magari il mondo rischia di appiattirsi occidentalizzandosi ma non è ancora piatto! La cosa importante è abituarsi a non giocare passivamente in difesa ma anche in attacco, in una partita in cui fare goal significa soprattutto permettere al maggior numero di persone di conoscersi ed esprimere veramente il meglio del proprio potenziale facendo leva sulle proprie radici culturali e storiche; ciò che rappresenta l’essenza di propri valori di progresso e progettualità.

Questi ormai non sono più ideali astratti; globalmente sempre più aziende comprendono e mettono in pratica queste idee per sopravvivere e progredire. Da buon ‘toscanaccio errante’ per il mondo do, nel mio piccolo, un contributo a portare un senso di progettualità nel quotidiano di persone e organizzazioni; lo faccio con estrema convinzione e serietà mantenendo però il salutare atteggiamento di non prendermi mai troppo sul serio (e qua le radici di toscanaccio mi danno una grossa mano!).

 

Questo articolo è stato pubblicato sulla rivista dell’Associazizone Italiani in Colombia “Va Pensiero” Nr. 107 del 4/12/2010 (http://www.assoitaliani-co.org/)