Innovazione a tutto gas! va all’essenza di un originale progetto che mira ad innovare nel Motorsport: Formula Modena

Dal sito web della Formula Modena Corse :

Lorenzo Senna all'officina Formula Modena. Spilamberto - Modena
Lorenzo Senna all’officina Formula Modena. Spilamberto – Modena

Il rapporto con l’automobilismo di Lorenzo Senna inizia nell’infanzia, quando sognava e disegnava vetture da competizione. Questa passione in realtà era estranea al resto della famiglia, lombarda di origini contadine, ben distante rispetto al mondo delle corse. Nel 1968 iniziò a leggere Autosprint che divenne, secondo le sue parole, “una droga quotidiana”.

Lorenzo si adoperò per trovare una motorizzazione presso una casa produttrice ufficiale per il suo progetto e, dopo aver fatto per parecchio tempo la corte ad un marchio storico del motociclismo come la MV Agusta, riuscì a convincere il management del quartier generale di Varese. Fu siglato un accordo che prevedeva la costruzione di 75 monoposto per il mercato europeo in uno stabilimento di 3.000 metri quadri e con uno staff di 15 persone. Lo stabilimento sarebbe stato uno di quelli di proprietà dell’azienda a Cascina Verghera, un quartiere del comune italiano di Samarate, già pronto per la produzione: a intralciare i piani fu però la proprietà della MV, l’americana Harley Davidson che, volendo ridurre gli investimenti nel Vecchio Continente e quelli non propriamente in target con l’universo a due ruote, “tagliò” il progetto ancora prima che potesse sbocciare.L’infatuazione per le vetture da corsa non svanì, anche se restò a lungo un hobby e un divertimento durante i fine settimana. Nel 1981 o nel 1982 comperòun Kart per cimentarsi in “gare della domenica”. Man mano che la sua carriera professionaleprogrediva, riuscì anche ad acquistare una monoposto. La sua passione per le corse, però, divennesempre più forte e, da outsider, ebbe un’idea folle per quel settore: progettare e costruire una propria monoposto. Chiaramente lui non era un progettista, era semplicemente un pilota della domenica che disponeva di un po’ di fondi da investire in un sogno. Selezionò un progettista che aveva una solida esperienza nella progettazione di macchine da competizione a ruote scoperte per Formula 1, Formula 3000 e Formula Junior e uno spirito appassionato che lo portava a dare spazio e fiducia alla “follia buona”di Senna, per il quale potremmo decisamente parlare in latino di “nomen omen”, “nel nome il destino”, vista la straordinaria carriera nell’automobilismo dell’omonimo brasiliano Ayrton. Da tutto questo nacque la “SennaFormula”, una monoposto con motore motociclistico.

Per un outsider, entrare nel sistema delle corse era ancora molto arduo, nonostante le numerose idee creative. Lorenzo Senna, comunque, continuò con determinazione a portare avanti il proprio progetto. Da tutto ciò nacque una monoposto innovativa che completava il segmento fra Kart e Formule di categoria superiore, dunque una vettura addestrativa per kartisti capace di correre sia in kartodromi che in autodromi il cui tracciato non superasse i due chilometri e settecento metri di lunghezza.

Tutta l’esperienza tecnica e tecnologica della “SennaFormula” fu trasferita in quella che fu battezzata “FormulaModena”. Il concetto dapprima iniziò in modo artigianale dopodiché si è evoluto passo passo in un progetto industriale. L’imprenditore pavese aveva dunque fatto del suo hobby una professione. La “FormulaModena” ha acquisito riscontri importanti a livello internazionale, oltre a trovare sede in un atelier di Spilamberto (Modena), nel cuore del celebre progetto “Motor Valley – La Terra dei Motori” lanciato dalla Regione Emilia-Romagna e giustificato dalla presenza, attorno a Bologna, di marchi quali Dallara, Ferrari, Lamborghini, Maserati e Pagani.

Ad esempio, l’accademia formativa per il motorsport Noda Racing Academy di Motegi, in Giappone, ha scelto la FormulaModena per formare i giovanissimi piloti del futuro. Lorenzo afferma che loro, guidati dall’ex pilota di Formula 1 Hideki Noda, sono stati i primi a comprendere la rivoluzionaria essenza del progetto a livello globale e a conferirgli una dignità sovranazionale.

Nel giugno 2013 la “FormulaModena” ha ricevuto l’omologazione CSAI, che le apre le porte a un futuro nazionale e internazionale (da un punto di vista della sicurezza, data la presenza di un musetto in fibra di carbonio, gli standard sono i medesimi della Formula 3). L’outsider è riuscito ad arrivare al primo passo concreto per far riconoscere il suo spirito creativo, anzi innovativo, dal sistema. La storia di oggi vede Lorenzo Senna impegnato con Formulamodena Corse, ad imprimere l’ennesima accelerazione per dare il meritato risvolto sportivo, agonistico e commerciale, alla monoposto costruita da Formulamodena Srl nella Factory di Spilamberto (Modena)

Riccardo Paterni
(brano tratto dal volume “Innovazione a tutto gas!”, editore Life Plan, luglio 2013)

The Resiliency Factor. Well beyond Persistence!…

 

A recent article published on Forbes ‘The Resilient Person’s DNA’ by Rob Asghar got me thinking about how resiliency is relevant to all of us (in our daily personal and professional lives), within the turbulent ever-changing times we are by now used to confront ourselves with.

The Resiliency Factor
The Resiliency Factor

Resiliency is a concept much more articulated than persistence because it is multidimensional in its essence. While being persistent is related to a sense of unbarred determination towards reaching a goal, no matter what kind of barriers are encountered along the way; being resilient means all of this integrated by an attitudinal make-up sourced by nature and nurture.

As Asghar points out by quoting Winston Churchill “A pessimist sees the difficulty in every opportunity; an optimist sees the opportunity in every difficulty.”, it is the attitudinal dynamic factor that in its essence constitutes the ‘DNA make-up’ of the resilient person. 

Resiliency means to be genetically wired, reinforce or created this wiring through specific targeted thoughts that generate constructive behaviours no matter what we are set to deal with. 

Key characteristics to this line of thinking are the solid belief that everything that happens to us has it serves a scope and it has a meaning: wins or failures set us on paths ‘to make eventually good things happen’ no matter what. 

Sometimes a win can have a short term positive impact, while a failure can be the first step towards a longer lasting positive impact given that we handle it with resiliency: aware, constructive and proactive thoughts, behaviours and actions.

Given all of this, it is much tougher to be resilient than persistent; at the same time resiliency is the only way to truly deal with the complexities (including the all reaching negative influences) we cannot avoid to deal with and we can make work for us not against us.

 

 

Perché la Scuderia Ferrari non innova veramente…

Il libro presenta un approccio molto pragmatico all’innovare. Innovare = creatività che genera valore, dove valore si intende valore apprezzato dal mercato o soluzioni vincenti che risolvono problemi o generano opportunità concrete. Questo modo di vedere l’innovazione porta a realizzare perché la Ferrari nel suo progetto F1 da tempo non innova veramente, mancano i risultati e questo inizio di stagione 2014 sottolinea ancora più marcatamente il concetto. James Allison, l’attuale progettista Ferrari F1 (quello più accreditato nell’innegabile confusione di ruoli) di recente ha messo in evidenza che per innovare la Ferrari ha bisogno di osare di più nel liberare la creatività dei tecnici di tecnici di indubbio talento che fanno parte dell’organizzazione http://www.autosport.com/news/report.php/id/114195 .

Raikkonen e la Ferrari F14T
Raikkonen e la Ferrari F14T

Dal 1969 (quando la FIAT ha assunto il 90 % delle quote Ferrari) sterili dinamiche di politica aziendale hanno spesso creato problemi organizzativi generando un ricambio continuo di manager e tecnici che non ha condotto a risultati concreti di rilievo. Quando si è creato un mix di talento tecnico e gestionale veramente integrato ed affiatato, anche la Ferrari dei tempi più recenti (l’epoca di Schumacher – ancora una volta Forza Michael!) ha generato consistenti risultati continuativi. Questa integrazione è legata a liberare un vero senso di espressione del talento di ciascuno, un senso di creatività e efficacia a livello tecnico e gestionale. Per fare questo è necessario avere una visione chiara delle cose, una rotta ben definita e soprattutto un timoniere che diriga il tutto con coerenza, fermezza nei principi dichiarati, capacità decisionali, umiltà nell’apprezzare il contributo sostanziale dei propri collaboratori e soprattutto che abbia polso fermo nel tenere quella rotta una volta definita… Tutti aspetti che nel contesto attuale della Scuderia Ferrari (primavera 2014 in cui il timoniere Montezemolo e il novello fido ‘aiuto timoniere’ Mattiacci paiono ancora in cerca di quella rotta) sono ancora carenti. L’impatto di tutto questo è evidente nella stagione 2014 e se quella rotta non viene definita rapidamente anche il 2015 rischia di essere un’anno di bufera in alto mare.

Innovare oggi? Indubbiamente integrando! Anche con la concorrenza…

“Sta arrivando la Formula E. Senza integrazione non c’è la ricarica” è il titolo di una sezione del libro dedicata a questo nuova entry nel Motorsport, senza dubbio un’innovazione che si sta mettendo prepotentemente in luce a suon di nomi importanti a livello tecnologico, piloti e città coinvolte a livello globale.

Presentazione delle Formula E pronte per la consegna ai 10 team
Presentazione delle Formula E pronte per la consegna ai 10 team

L’innovazione tecnologica, e anche quella gestionale, del progetto stanno avvenendo grazie ad una integrazione concreta e in piena collaborazione fra aziende provenienti da vari settori e al tempo stesso aziende che sono concorrenti (vari costruttori di Formula 1 e altri campionati globali al top sono già coinvolti sul medesimo progetto: McLaren, Williams, Dallara, Renault). Le monoposto sono state consegnate ai team di recente http://www.fiaformulae.com/en/news/2014/may/teams-receive-first-delivery-of-formula-e-race-cars.aspx e a breve ci sarà il primo shakedown a Donington Park.
Seguiremo gli sviluppi del progetto che sicuramente pone ancora parecchi punti interrogativi legati alla durata delle batterie e al conseguente format delle gare. Al tempo stesso la tipologia di ispirazione ad innovare, utile a tutte le nostre aziende, è indubbia.

A proposito di eventi di ‘violenza sociale’ negli USA… Per una notte ‘poliziotto di quartiere’ su una patrol car…

Nel 2006 abitavo negli USA da dove contribuivo come corrispondente alla rivista ‘Persone e Conoscenze’. Questo è una parte dell’articolo pubblicato sul numero di luglio 2006 della rivista e che per molti versi mi ha permesso di comprendere molte cose riguardo a eventi di quella che definisco ‘violenza sociale’ troppo spesso manifesta negli USA.

'Patrol car' della Polizia USA
‘Patrol car’ della Polizia USA

In presa diretta da dentro un giubbetto antiproiettile… (*)

Ricordo quando verso gli anni ‘80 spesso mi godevo in TV le avventure dei CHiPs (California Highway Patrol). Uno dei momenti immancabili di ciascun episodio era quello del briefing da parte dello scorbutico sergente (talmente antipatico che ne ho rimosso il nome dalla mia memoria). I mitici Poncerello e Baker si trovavano loro malgrado scomodamente seduti a dei piccoli tavoli ordinati su tre file di fronte al ‘pulpito’ dal quale il sergente assegnava le aree di pattugliamento e informava su problemi in corso o potenziali. Il tutto si svolgeva in un’atmosfera mista fra sterna militare professionalità e goliardia. Non avrei mai immaginato che mi sarei trovato a vivere ‘in presa diretta’ la scena. E’ successo in una notte fredda Leggi tutto “A proposito di eventi di ‘violenza sociale’ negli USA… Per una notte ‘poliziotto di quartiere’ su una patrol car…”

Innovazione che proviene da esperienze diverse e tanta passione…

Una sezione del libro è dedicata al progetto Formula Modena (una monoposto innovativa che si inserisce direttamente fra kart e formule maggiori) che rappresenta lo spirito innovatore di un imprenditore proveniente da un ambiente estraneo al Motorsport, guidato solo dalla passione. La Formula Modena è oggi una realtà. 

Formula Modena
Formula Modena

Innovare vuol dire avere la capacità di aprirsi a idee di altre persone che, per formazione ed esperienze, hanno punti di vista diversi rispetto al nostro e proprio per questo possono essere portati ad osare di più stimolando creatività che crea valore…

Internazionalizzare: è alla portata di tutti solo se…

Durante un recente seminario organizzato da LifePlan a Piacenza dal titolo:

Imprese Italiane: Tutte Possono Internazionalizzare. In un contesto di crisi è indispensabile guardare oltre, verso nuove opportunità, verso l’estero

Riccardo (assieme ad altri colleghi del gruppo di lavoro fra cui Andrea Morici e Paolo Fassione) ha presentato alcuni concetti pratici chiave per affrontare qualsiasi progetto di internazionalizzazione.

Si può internazionalizzare in modo efficace ed efficiente agendo in modo consapevole e proattivo su questi aspetti…

 

6 Marzo 2014 - Centro Congressi Galileo, Piacenza
6 Marzo 2014 – Centro Congressi Galileo, Piacenza

Video filmati in diretta:

PRIMA PARTE  ( https://www.youtube.com/watch?v=fPOo2Da7C0w )

SECONDA PARTE  ( https://www.youtube.com/watch?v=GCgPS0iMXao )

TERZA PARTE ( http://youtu.be/fChXEnvoWVw )

 

Alla radice dei successi della Mercedes F1 W05: trarre il meglio dalle opportunità innovando…

 

INNOVARE vuol dire utilizzare creatività per raggiungere risultati concreti all’interno del contesto in cui ci troviamo. La Mercedes, con il progetto F1 W05 che domina in assoluto l’inizio stagione 2014, ha fatto proprio questo.

Mercedes F1 W05 Hybrid Power Unit
Mercedes F1 W05 Hybrid Power Unit

Nuove circostanze (in particolare in questo caso leggi regolamenti nuovi) hanno dato opportunità concrete di successo che la casa di Stoccarda ha saputo utilizzare al meglio mettendo in pratica vari aspetti di innovazione gestionale (che guida quella tecnologica) che sono evidenziati nel libro.

 

“Space Cowboys”: new company projects set senior workers back on main stage!

 

In recent weeks German companies such as Bosch (technology automotive), Otto Group (mail order retail) and Daimler (automotive) have been strengthening an important trend and recently a famous italian fashion brand, Bottega Veneta, joined it: senior workers knowledge are involved again into relevant operational and strategic projects.

The reason for this? Quite simple. In a world where too much seems to be driven and controlled by technology people still count and their knowledge, matured during several years of actual work experience, is a unique asset that not even technology can match.

"Space Cowboys" seniors back at NASA...
“Space Cowboys” seniors back at NASA…

“Space Cowboys” is the name assigned to this program (conceptually taken from the movie Clint Eastwood, shot in 2000 featuring skilled seniors were taking the role actual heroes).

We need to place close attention to what is happening here and totally revaluate the dynamics of companies/workers relations are shaped and managed. No longer is the time of sides taken just out of political principles. 

When we focus on actually creating value added, knowledge is the key asset and the flow of knowledge (in all of its forms: skills, attitudes, experiences) is the key reference point that needs to be developed sustained and preserved, no matter where it comes from.