Social media e nuove tecnologie al servizio di innovazione e crescita aziendale solo se…

Ormai siamo abituati a condividere idee, esperienze, pensieri, sogni, frustrazioni, perplessità, aspirazioni attraverso i social media; è un modo rapido e spesso indolore, perché privo dell’intensità e delle sfumature emotive del faccia a faccia, per raccontare e raccontarsi. In mesi recenti il sempre più diffuso utilizzo dei social media tramite i computer tablet (iPad, Galaxy ecc.) e gli smart phones ha reso sempre più questa esperienza diretta e coinvolgente. Passioni, momenti ed emozioni vengono trasmesse in diretta e tutto questo sta divenendo un’abitudine per un numero sempre più ampio di persone appartenenti anche a varie generazioni.

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Cambiamenti pratici in alcune professioni…

Tutto questo inizia ad avere un concreto impatto anche nel mondo del lavoro; ad esempio alcuni piloti di linee aeree commerciali statunitensi hanno ridotto considerevolmente la documentazione cartacea che si portano in cabina di pilotaggio aiutati ormai dai pratici computer tablets ( New York Times “The Paperless Cockpit” http://www.nytimes.com/2011/07/05/business/05pilots.html?_r=1 ). Questi strumenti possano anche concretamente migliorare il modo di lavorare con la propria clientela come alcuni avvocati statunitensi hanno già dimostrato: migliorare la reperibilità di consigli e informazioni, sviluppare in modo efficace modi diretti di comunicare per gestire al meglio una delle risorse più preziose: il tempo. ( USA TODAY “iPad brings new connection to lawyers, clients”http://www.usatoday.com/tech/news/2011-07-05-ipads-attorneys_n.htm ).

Lo sviluppo dei social media intra-aziendali…

Sulla scia dei questi nuovi strumenti e dei loro utilizzi, da un po’ di tempo aziende (soprattutto statunitensi) di tutte le dimensioni hanno iniziato a stimolare l’utilizzo di strumenti social media specifici per la propria intranet aziendale. Questo per alimentare la condivisione di informazioni e la conoscenza di se a livello soprattutto professionale oltre che personale fra colleghi. Le aziende hanno sempre più bisogno di essere pienamente dinamiche rispetto al modo in cui creano valore aggiunto nei loro prodotti e servizi e questo richiede un continuo flusso di dati, informazioni e conoscenze da trasmettersi nella maniera più efficace possibile per il progetto e allo stesso tempo (o magari proprio per questo) il più possibile informale, vivace e personale. (New York Times “Companies Are Erecting In-House Social Networks” http://www.nytimes.com/2011/06/27/technology/27social.html?_r=2&scp=2&sq=Kopytoff&st=nyt ).
Tutto questo può anche essere fonte di creatività e innovazione (creatività tradotta in reale valore aggiunto apportato sul mercato) come osservano anche specialisti di social media e del web come Steve Jonhson che nel suo ultimo saggio riflette su come le nuove tecnologie e il web, e la loro capacità di moltiplicare le nostre “connessioni” possano influire sul processo che porta alla creazione di un’idea.
Al seguente link un video che illustra in sintesi il contenuto del nuovo saggio di Johnson. http://www.youtube.com/watch?v=YuVa6dUSy9M.
Tutte queste sono indubbie potenzialità tecnologiche che possono essere al nostro servizio per migliorare il nostro lavoro consentendoci di comprendere e esprimere ancora meglio le nostre potenzialità individuali e di gruppo; dobbiamo abituarci a conoscerne i lati positivi, proteggerne e gestirne i rischi (privacy e tutela del know how aziendale su tutti) ma soprattutto dobbiamo abituarci ad adottare il giusto approccio mentale nell’utilizzo di tutto questo.
Tecnologie software e hardware sono semplicemente degli strumenti al servizio della nostra voglia (necessità) di espandere i nostri orizzonti, di conoscere e conoscerci di più e veramente in un mondo che ormai permette di vivere, a chiunque lo realmente lo voglia, su una reale dimensione globale. Gli articoli sopra indicati mettono in evidenza proprio queste dinamiche.

Quando le tecnologie servono veramente ad innovare e a crescere…

Di fatto la reale utilità di queste tecnologie si riduce drasticamente se le stesse non divengono concreti strumenti di lavoro volti a porre soluzioni pratiche a domande quali: cosa significa il concetto di innovare dando valore alla diversità di cultura, pensiero e tradizioni (e qua non mettiamola troppo sul filosofico, parliamo di aspetti molto pratici quali ad esempio il classico contrasto culturale fra produzione e commerciale)? sappiamo veramente cosa siamo in grado di fare e come questo si rapporta al nostro ruolo? ci siamo confrontati con i nostri colleghi per saperlo? e sappiamo cosa i nostri colleghi stiano facendo e siano in grado di fare? sappiamo come l’azienda in cui lavoriamo riesce a produrre valore aggiunto nelle percezioni della clientela (perché se così non è le dinamiche di mercato sono ormai velocissime e micidiali)? cosa va e cosa non va nel flusso di informazioni e dati che servono all’azienda non solo a sopravvivere nel quotidiano ma anche a identificare e sfruttare nuove opportunità di crescita? fra colleghi ci sentiamo tutti veramente uniti su un unico progetto aziendale? perché lo siamo e se non lo siamo cosa ci manca per esserlo? esistono compartimenti stagni in azienda che di fatto ne strozzano il potenziale? cosa stiamo facendo per fare si che l’azienda possa veramente sentire di essere esposta ad un contatto costante di idee realmente utili che provengano anche dall’esterno?

Di fatto tutto questo sviluppo tecnologico, la sua praticità e capillarità, non ci consentono più alibi ne scuse rispetto al concentrarci veramente su opportunità di crescita e di sviluppo a livello individuale e organizzativo; questo sempre e comunque aldilà di crisi che sono ormai destinate a far parte più o meno significativa del contesto in cui lavoriamo.