Nella crescita personale e professionale di qualsiasi persona a volte ci si può sentire di aver raggiunto un plateau, di essere arrivati al massimo di ciò che possiamo esprimere. Oltre quella soglia si percepisce un senso di stanchezza che deborda in percezioni di appagamento o di sconfitta (a seconda delle esperienze e dei risultati raggiunti).
Di fatto quando analizziamo il comportamento di persone che raggiungono e rinnovano il successo (definito in questo caso come la capacità di raggiungere e mantenere un alto gradi di prestazioni nel proprio campo d’azione) sono almeno tre gli aspetti chiave che emergono: 1) continuo sviluppo di talento e capacità con disciplina e dedizione 2) non lasciare niente al caso 3) avere l’umiltà di rinnovarsi mettendosi periodicamente in discussione.
Valentino Rossi, che ci sia simpatico o meno, ha dimostrato questo anche nella gara più recente della Moto GP in Quatar. Ha battagliato fino all’ultima curva con Marquez che ha 14 anni meno di lui. Lo ha fatto con grinta e scioltezza e ha affermato che non si divertiva così da almeno dieci anni. Marquez è stato primo sotto la bandiera a scacchi ma Valentino era nella sua scia e, a 35 anni, è stato il vero vincitore morale del GP.
Rossi stesso ha analizzato alcuni ragioni di questa rinascita (ormai da alcuni anni in molti lo davamo per ‘campione che fu’ ancora un grande pilota ma ormai fuori da quei livelli che lo avevano contraddistinto e portato a tutti i vari campionati del mondo vinti). Il mix è stato quello di una maggiore determinazione “Nel 2013 per essere felice mi bastava la Yamaha. Ora ho affilato le armi”; di una maggiora attenzione ai dettagli nell’affinare e aggiornare il suo talento rispetto ai nuovi contesti tecnici e di gara (ha cambiato la sua tecnica di guida affinando sensibilità e gestione di gomme che scivolano); di una maggiore concentrazione “ho pensato solo alla gara”. In altre parole Valentino è giunto a mettersi di nuovo in discussione dalla prospettiva di un pilota di indubbio talento che ha ancora tanto da dimostrare. E’ riuscito dunque a rigenerarsi, a tenere fresco e incisivo il proprio approccio alla competizione.
Con consapevolezza, umiltà e determinazione nel cambiare, tutti noi abbiamo la capacità di rigenerarci e confrontarci in modo costruttivo con contesti difficili in cui la realtà ci coinvolge. Non arriviamo, ne arriveremo mai a quella sensazione di plateau se attiviamo questo senso di continua avventura e scoperta di noi stessi. Nella realtà attuale questo tipo di approccio e atteggiamento mentale non solo è consigliato, è divenuto indispensabile.